L’obiettivo di questa classifica dei 25 migliori film romantici per adolescenti è di stilare un elenco ragionato delle più interessanti pellicole di genere.
D’altronde, l’amore adolescenziale è sempre stato caratterizzato da emozioni inarrestabili, da una passione fortissima e dal totale trasporto fisico. Per questo motivo, il cinema ha sempre guardato al tema con grande interesse, perché poche cose come l’amore adolescenziale riescono a descrivere meglio questo complicato periodo della vita.
Ciascuno dei film che troverete in questa lista lo ha raccontato a modo suo, sfruttando generi cinematografici diversi e personaggi unici e originali. Ci sarà spazio per grandi classici come per sorprendenti film poco conosciuti, l’importante è che ognuno di essi racconti la passione e il trasporto emozionale di un amore alle prime armi.
Bella in rosa (1984)
Partiamo da uno dei più importanti cult degli anni ’80, dedicato proprio alle complicate dinamiche degli amori adolescenziali.
Il film è scritto da John Hughes e diretto da Howard Deutch e racconta le vicissitudini di Andie Walsh (Molly Ringwald), una ragazza di quasi 18 anni che studia e lavora part-time in un negozio di dischi.
La sua vita è condizionata dall’assenza della madre, così che la giovane deve prendersi cura anche del padre con cui vive. Nonostante le difficoltà economiche, grazie a una borsa di studio, Andie riesce a entrare in una scuola frequentata da ragazzi ricchi e viziati, ma per lei non sarà affatto facile farsi accettare.
Insieme alle difficoltà e all’amore (non corrisposto) che l’amico Duckie (Jon Cryer) prova per lei, la ragazza dovrà fare i conti anche con sé stessa e con i sentimenti che prova verso Blane (Andrew McCarthy). Questi è un compagno di scuola di buona famiglia che sembra ricambiare il sentimento della ragazza. Tuttavia, sotto le pressioni dei familiari e degli amici, Blane sarà costretto a tirarsi indietro.
Si tratta di un dramma velato di romanticismo, in cui le vicissitudini di questa ragazza, costretta a diventare adulta troppo presto, non le permettono di comprendere appieno i propri sentimenti e di affrontare nel modo giusto i cambiamenti a cui va incontro.
Amore senza fine (1980)
Al centro di questo film diretto da Franco Zeffirelli c’è l’amore contrastato tra la quindicenne Jade (Brooke Shields) e il diciassettenne David (Martin Hewitt).
A dividere i due, il padre della ragazza, deciso a non volerne sentire di David, preoccupato per la figlia e il suo percorso di crescita personale e familiare.
Tuttavia, David non è intenzionato ad arrendersi e davanti all’ennesima chiusura da parte del padre di Jade, decide di dare fuoco alla casa dell’uomo.
La bravata gli costa il carcere e una condanna a cinque anni da scontare in un istituto psichiatrico. Quando, però, il ragazzo uscirà, in anticipo, si rimetterà subito sulle tracce dell’amata.
Zeffirelli ci regala una storia drammatica e commovente, in cui il concetto di amore senza fine trova nei due personaggi, novelli Romeo e Giulietta, la sua rappresentazione. Una tematica controversa che il regista affronta senza alcuna ipocrisia, evidenziando l’irrazionalità degli amori adolescenziali.
Il film ha ricevuto una candidatura agli Oscar e ai Golden Globe per la migliore colonna sonora.
Chiamami col tuo nome (2017)
Tra i giovani, amarsi significa anche sfidare i pregiudizi e i sospetti di chi li circonda, come nel caso di questo film diretto da Luca Guadagnino.
I protagonisti sono due ragazzi, Elio Perlman (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer). Dopo essersi conosciuti durante l’estate del 1983, scoprono un’attrazione reciproca che va oltre loro stessi e la profonda diversità che li divide.
Elio, infatti, è un diciassettenne molto introverso, appassionato di musica e arte. Oliver, invece, è un giovane americano prossimo alla laurea, molto socievole e senza troppe inibizioni.
Giorno dopo giorno, tra i due nasce un sentimento forte e irresistibile a cui né Elio né Oliver si sottraggono, pur sapendo che è tutto destinato a consumarsi nel breve volgersi di un’estate.
Il film, scritto da James Ivory e tratto dal romanzo omonimo di André Aciman, è un delicato racconto sulla scoperta dell’amore. Ci racconta, in modo delicato e drammatico, come esso possa travolgere chiunque e spingerlo a vivere con tutta l’intensità di cui è capace.
Chiamami col tuo nome ha ricevuto quattro candidature agli Oscar e ha vinto nella categoria migliore sceneggiatura non originale.
Colpa delle stelle (2014)
Diretto da Josh Boone e scritto da Scott Neustader e Michael H. Weber, questo film è tratto dall’omonimo romanzo di John Green.
I protagonisti sono Hazel Grace Lancaster (Shailene Woodley), una ragazza malata di cancro e Augustus “Gus” Waters (Ansel Elgort), un ex giocatore di basket a cui è stata amputata una gamba a causa di un osteosarcoma.
Tra i due, conosciutisi all’interno del gruppo di supporto per malati di cancro, nasce subito l’amore e il ragazzo proverà a realizzare il sogno di Hazel, ovvero incontrare il suo scrittore preferito Peter Van Houten (Willem Dafoe).
Quando i due ricevono l’invito da parte di Van Houten e recarsi a un incontro ad Amsterdam, per entrambi comincerà uno straordinario viaggio durante il quale scopriranno che il legame che li unisce è molto più forte delle loro malattie.
Si tratta di una storia toccante e drammatica, in cui il potere curativo e palliativo dell’amore viene celebrato ed esaltato.
Città di carta (2015)
L’amore adolescenziale può essere spunto anche per un buon thriller, come nel caso di questo film tratto da un altro romanzo di John Green e diretto da Jake Schreier.
I protagonisti sono Quentin (Nat Wolff) e Margo (Cara Delevingne), due ragazzi amici dall’infanzia che si ritrovano alla Jefferson Park High School. Lui è un timido e un introverso, mentre lei è una delle ragazze più vivaci ed esuberanti del liceo.
Giorno dopo giorno, Quentin sente crescere dentro di sé un amore travolgente verso Margo, così, quando la ragazza scompare misteriosamente, lui si lancia nelle ricerche, speranzoso di ritrovarla.
Il film è una via di mezzo tra un thriller e un road movie per teenager, in cui la ricerca della ragazza diventa un pretesto per analizzare i sentimenti contrastanti e, spesso, confusionari che si impadroniscono degli adolescenti.
Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi (1999)
Questo film ispirato dal romanzo di Choderlos de Laclos e scritto e diretto da Roger Kumble dà una visione decisamente audace e poco romantica dell’amore adolescenziale.
Al centro delle vicende, infatti, c’è un gruppo di ragazzi che, tra inganni, menzogne e patti scellerati, utilizza i rapporti interpersonali e i sentimenti per scopi egoistici e, spesso, inutilmente perfidi.
Sebastian (Ryan Phillippe) è un playboy impenitente a cui piace giocare coi sentimenti delle ragazze, mentre la sorellastra Kathryn (Sarah Michelle Gellar) è una ragazza che dietro il volto da studentessa modello, nasconde un lato oscuro.
Sono loro i principali protagonisti di una storia morbosa e ricca di colpi di scena, in cui il tema degli amori adolescenziali viene trattato in maniera del tutto diversa da quanto il cinema ci aveva abituati a vedere.
Proprio per questa sua impostazione scorretta e senza alcun velo di romanticismo, Cruel Intentions ha fatto molto discutere all’epoca, soprattutto perché l’amore viene descritto in modo molto materialista ed egoista.
Ogni comportamento e ogni sentimento dei protagonisti non è mai ciò che sembra e, dunque, l’amore diventa soltanto uno strumento per dare libero sfogo ai propri capricci, alle proprie pulsioni e alle proprie vendette.
Fiore (2016)
Un interessante film italiano che affronta il tema degli amori adolescenziali è questo diretto da Claudio Giovannesi e scritto dal regista insieme ad Antonella Lattanzi e Filippo Gravino.
La protagonista è Dafne (Daphne Scoccia), una ragazza con diversi precedenti penali che, dopo l’ennesimo tentativo di furto, viene portata in un riformatorio.
Dopo aver vissuto senza la guida di una madre e di un padre, a sua volta, sempre alle prese con la giustizia, la ragazza inizia una nuova vita grazie all’incontro con Josh (Josciua Algeri), un altro ragazzo detenuto.
Tra i due scocca subito la scintilla dell’amore, ma quando entrambi usciranno di prigione, si renderanno conto che la strada per la felicità e la redenzione è ancora lunga e piena di ostacoli.
Si tratta di una storia delicata e romantica, in cui l’amore diventa l’unica via di fuga per due ragazzi sperduti e confusi, alla ricerca di una precisa identità e di un futuro diverso da quello di chi li circonda.
Grazie all’ottimo riscontro di pubblico e critica, il film ha ricevuto sette candidature ai David di Donatello e ha ottenuto il premio per l’intensa interpretazione di Valerio Mastandrea.
10 cose che odio di te (1999)
L’amore adolescenziale può essere al centro di brillanti e divertenti commedie, come nel caso di questo film diretto da Gil Junger e ispirato a La bisbetica domata di William Shakespeare.
Le protagoniste sono due sorelle, il cui padre impedisce loro di frequentare amici e coetanei. Se, tuttavia, quella più grande, Katarina (Julia Stiles) sembra ormai aver accettato il comportamento del padre, quella minore, Bianca (Larisa Oleynik), non vuole saperne.
Così, quando quest’ultima intreccia una storia d’amore con Cameron (Joseph Gordon-Levitt), è costretta a trovare un ragazzo alla sorella, così da convincere il padre a farle uscire insieme.
A trovare la soluzione ci pensa lo stesso Cameron che presenta a Katarina l’amico Patrick (Heath Ledger), già a conoscenza del piano dei due ragazzi.
10 cose che odio di te è una piacevole commedia degli equivoci, in cui l’amore riesce ad andare oltre qualsiasi precetto o impedimento.
I passi dell’amore – A Walk To Remember (2002)
Questo film diretto da Adam Shankman è tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks, un autore che ama raccontare l’amore in tutte le sue sfaccettature.
Il protagonista è Landon Carter (Shane West), un liceale molto popolare a scuola, che vive con la madre, dopo che il padre li ha abbandonati.
Dopo l’ennesimo scherzo organizzato a scuola, il preside decide di punire Landon e lo costringe a partecipare, ogni fine settimana, a delle lezioni organizzate apposta per ragazzi problematici e a prendere parte alla recita scolastica.
Qui, Landon incontra Jamie Elizabeth Sullivan (Mandy Moore), la figlia del Reverendo del posto. Si tratta di una ragazza sensibile e delicata e che ama dedicarsi a diverse attività, ma che viene costantemente fatta oggetto di derisione e ilarità da parte di altri ragazzi, tra cui lo stesso Landon.
Stando vicino a lei e frequentandola con molta più assiduità, il ragazzo scoprirà di essere attratto da lei e se ne innamorerà.
Mischiando commedia e romanticismo, il regista confezione un film divertente e appassionante, all’interno della quale assistiamo al percorso di crescita e maturazione del protagonista.
Da inarrestabile bulletto della scuola, Landon, infatti, cambierà profondamente, scoprendo nuovi lati del suo carattere e inaspettate capacità morali. Grazie all’effetto dell’amore verso Jamie, il ragazzo diventerà una persona nuova e migliore.
Juno (2007)
Amore e tormenti adolescenziali anche in questo film diretto da Jason Reitman. La protagonista è la sedicenne Juno MacGuff, rimasta incinta dopo il suo primo rapporto sessuale.
Dopo aver appreso la notizia, la ragazza è molto indecisa se tenere o meno il bambino, ma proprio quando crede di essere certa di non volerlo, si pente della scelta. Dunque, sceglie di portare a termine la gravidanza, ma con l’obiettivo di affidare il bambino a una coppia che possa adottarlo. Nel frattempo, Juno dovrà affrontare e trovare una soluzione al rapporto con il padre del bambino, perché entrambi continuano a provare qualcosa l’uno per l’altra.
A metà tra commedia e dramma, questo film ha il merito di affrontare un tema delicato e attuale come quello delle gravidanze indesiderate in maniera frizzante e divertente. Inoltre, al contrario di molte altre pellicole simili, riesce ad andare oltre ogni schema narrativo preesistente.
Il grande successo riscosso tra il pubblico, ha fruttato al film quattro candidature agli Oscar e la vittoria nella categoria migliore sceneggiatura.
Il tempo delle mele (1980)
In tema di amori adolescenziali non può mancare questo immortale classico scritto e diretto da Claude Pinoteau e considerato uno dei più importanti cult degli anni ’80.
La protagonista è Vic Berreton (Sophie Marceau), una studentessa parigina di tredici anni che, durante una festa, conosce Mathieu (Alexandre Sterling). Il ragazzo diventerà il primo grande amore della ragazza che, però, oltre a dover gestire il difficile sentimento, deve affrontare la crisi in atto tra i genitori, François (Claude Brasseur) e Françoise (Brigitte Fossey).
Il tempo delle mele è un film che ha fatto la storia del cinema adolescenziale e che, all’epoca, fece conoscere la bellezza e il talento della giovane Sophie Marceau. È il racconto di un’intera generazione alle prese con i cambiamenti dell’adolescenza e sempre troppo impegnata ad affrontare famiglie spesso complicate.
Ancora oggi rimane memorabile la scena del ballo sulle note della canzone Reality di Richard Sanderson.
L’altra metà dell’amore (2001)
Questo film diretto da Léa Pool e scritto da Judith Thompson, racconta la storia di Mary (Mischa Barton), una quindicenne anni che, dopo il nuovo matrimonio del padre, viene spedita in un collegio femminile in Canada.
Qui, la ragazza farà amicizia con Paulie (Piper Perabo) e Victoria “Tori” (Jessica Paré), a cui si legherà profondamente e con le quali condivide il difficile rapporto con la madre.
Quella di Mary, infatti, l’ha lasciata troppo presto, Paulie non ha mai conosciuto la sua e Victoria, invece, la disprezza. Nel frattempo, tra Pauli e Tori il rapporto va ben oltre la semplice amicizia e le due dovranno vivere una storia d’amore appassionante ma molto difficile.
Anche qui l’amore e la famiglia rappresentano i due rovesci della stessa medaglia, uno fautore di gioia e l’altro di dolore. Le protagoniste sono letteralmente divise tra un sentimento che le aiuta a superare i propri problemi e un rapporto complicato e dannoso con le madri che, invece, le rende vulnerabili.
La mappa delle piccole cose perfette (2021)
Il cinema si diverte a raccontare l’amore adolescenziale da prospettive apparentemente strane e improbabili, come avviene in questo film diretto da Ian Samuels e scritto da Lev Grossman.
Il protagonista è Mark (Kyle Allen), un ragazzo che si trova incastrato in una sorta di loop temporale che lo costringe a vivere sempre la stessa giornata. La condizione, però, non è poi così negativa, perché la giornata che Mark vive è costellata di eventi piacevoli. Tuttavia, quando la strada del ragazzo incrocia quella di Margaret (Kathryn Newton), le cose cambiano repentinamente.
Da un lato, infatti, Mark capirà che il ruolo della sua nuova e giovane amica è fondamentale per liberarlo dall’incantesimo, dall’altro tra loro nascerà un’inattesa quanto appassionata storia d’amore.
La mappa delle piccole cose perfette è un film che prova a conciliare elementi fantasy al più tradizionale dramma adolescenziale. Il suo principale scopo è, però, un altro, ovvero comunicare il messaggio secondo il quale soltanto apprezzando ogni piccola parte di cui è fatta l’esistenza, i giovani (ma non solo) possono scoprire il segreto per comprenderla e apprezzarla appieno.
L’arte di cavarsela (2012)
In questo film scritto e diretto da Gavin Wiesen, l’amore adolescenziale fa da sfondo a una tematica più ampia come quella delle problematiche presenti in una società in cui la ricerca del benessere diventa, spesso, un’ossessione.
Il protagonista è George (Freddie Highmore), un ragazzo dal carattere introverso e propenso a isolarsi dai suoi coetanei. L’unica cosa che sembra potergli fare compagnia è la sua straordinaria passione per il disegno.
La sua vita, però, cambia quando George interviene a scuola in difesa di Sally (Emma Roberts), una compagna bella e di famiglia ricca. La ragazza rimane affascinata dalla personalità schiva e misteriosa del nuovo amico, il quale, a sua volta, si innamorerà di lei.
Quando Sally introdurrà George nella dorata vita mondana di New York, per il ragazzo si aprirà uno squarcio nuovo e sorprendente sulla realtà. Questo repentino cambiamento di vita, lo spingerà a riflettere sull’apparenza di molte vite, dietro le quali, in realtà, si nascondono situazioni ben diverse e complicate di quanto sembrino a un’occhiata superficiale.
La vita di Adele (2013)
L’amore è uno dei sentimenti più liberi, indipendenti e coinvolgenti che ogni essere umano possa vivere, ancora di più quando si è adolescenti.
Di questo fondamentale aspetto parla La vita di Adèle, film diretto da Abdellatif Kechiche e tratto dal romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh.
La protagonista è, appunto, Adèle (Adèle Exarchopoulos), una quindicenne piena di vita e sogni per il futuro. Il suo cuore è diviso tra la storia con Thomas (Jérémie Laheurte) e quella molto più coinvolgente con Emma (Léa Seydoux), una ragazza dai capelli blu conosciuta in un locale.
Le due ragazze sono molto diverse tra loro e hanno dei progetti ben precisi: Adèle vuole diventare una maestra, mentre Emma vuole dedicarsi alla pittura. Per questo motivo, le loro strade sembrerebbero destinate a separarsi, ma l’amore ha in serbo diverse sorprese per entrambe.
Il film è un chiaro manifesto dell’amore libero e senza pregiudizi e il regista sceglie di mostrarlo in tutta la potenza erotica, riempendo la pellicola di lunghe ed esplicite scene piccanti.
La vita di Adele ha ricevuto la Palma d’oro a Cannes nel 2013 e ha riscosso un notevole successo sia di critica sia di pubblico.
Malèna (2000)
Torniamo in Italia con questo film scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. La storia è ambientata in Sicilia, durante la Seconda Guerra Mondiale e vede protagonista il tredicenne Renato Amoroso (Giuseppe Sulfaro), perdutamente innamorato di Maddalena Scordia, detta Malèna (Monica Bellucci). La donna è la più bella e corteggiata del paese e vive da sola dopo che il marito è partito per il fronte.
Renato, troppo giovane per ambire all’amore di Malèna, la segue ovunque e la spia anche nei momenti più intimi, preoccupato che qualche uomo del paese possa insidiarla. Tuttavia, quando la donna viene coinvolta in uno scandalo di adulterio e dal fronte arriva la notizia della morte del marito, verrà emarginata e trattata come una lebbrosa dai paesani. Nonostante la situazione, il piccolo Renato non rinuncia al suo sogno e continua a coltivarlo spinto da un sentimento sincero e profondo.
Il film rappresentò la consacrazione di Monica Bellucci che divenne un simbolo della bellezza mediterranea in tutto il mondo. Inoltre, Malèna ricevette due candidature agli Oscar (miglior fotografia e miglior colonna sonora) e ai Golden Globe (miglior film straniero e miglior colonna sonora, firmata da Ennio Morricone).
Con questa pellicola, Tornatore tratta l’amore adolescenziale trasformandolo in sogno irraggiungibile, usando il giovane protagonista come simbolo di un sentimento puro e profondo che riesce ad andare oltre ogni convenzione sociale.
Lolita (1962)
Anche il grande Stanley Kubrick affrontò, a suo modo, il tema degli amori adolescenziali, in questo film tratto dal romanzo omonimo di Vladimir Vladimirovič Nabokov.
Il protagonista della storia è il professor Humbert (James Mason) che si invaghisce della giovane e affascinante Dolores, detta Lolita (Sue Lyon), un’adolescente molto emancipata e priva di inibizioni.
Nonostante la differenza di età, la ragazza diventa un’ossessione per il professore, tanto da spingerlo a sposarsi con la madre Charlotte (Shelley Winters), così da poter stare sempre con Lolita. Quando la moglie muore in un incidente, Humbert vede realizzato il suo sogno di rimanere solo con la ragazza, ma lei non è intenzionata ad assecondarlo e cerca di svincolarsi dal suo controllo con l’aiuto di un altro uomo (Peter Sellers).
Lolita è il sesto film firmato da Kubrick che ci racconta una storia morbosa e scandalosa, in grado di sconvolgere la moralità dell’epoca. La pellicola, infatti, non ebbe una buona accoglienza, né dal pubblico né dalla critica. Tuttavia, rimane, ancora oggi, una delle opere più rappresentative del regista che ci offre personaggi controversi e ricchi di sfumature.
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012)
Altro film ambientato negli anni ’60, ma molto diverso dal precedente, è questo diretto da Wes Anderson e ambientato nel New England, sull’isola di New Pensance.
Qui, il capo scout Khaki Randy Ward (Edward Norton), impegnato a istruire le sue giovani reclute, deve affrontare la scomparsa di due ragazzi, il dodicenne Sam Shakusky (Jared Gilman) e la giovane Suzy Bishop (Kara Hayward). I due hanno alle spalle difficili situazioni familiari, visto che il primo è orfano mentre la ragazza vive con due genitori molto rigidi, Walt (Bill Murray) e Laura (Frances McDormand).
Le ricerche partono subito, organizzate dal capitano Sharp (Bruce Willis) e presto porteranno alla luce un piano prestabilito dai due ragazzi che si sono allontanati volontariamente per vivere, in assoluta libertà, l’amore che li unisce.
Muniti di un equipaggiamento semplice ed essenziale, Sam e Suzy provano a vivere una straordinaria avventura lontani dalle oppressioni familiari e dai rigidi dettami della società.
Il film è un racconto dolce e delicato di un amore adolescenziale, descritto, tuttavia, come qualcosa di già molto più maturo e importante. I due protagonisti scelgono di viverlo intensamente e a modo loro, dimostrando una personalità molto più forte e decisa di quanto le loro famiglie possano pensare.
Sia Sam sia Suzy sanno bene cosa provano l’uno per l’altra e si dimostrano pronti a tutto pur di stare insieme e vivere, seppur fugacemente, il loro profondo sentimento.
Noi siamo infinito (2012)
Il protagonista di questo film scritto e diretto da Stephen Chbosky è Charlie (Logan Lerman), un ragazzo dal carattere chiuso e introverso che non riesce a fare amicizia con i suoi coetanei.
Un giorno, Charlie incontra a scuola Sam (Emma Watson), una ragazza che frequenta l’ultimo anno e il suo fratellastro Patrick (Ezra Miller). Tra loro nasce subito una bella amicizia, ma Charlie scoprirà presto di provare ben altro per Sam, andando incontro a diversi problemi che lo faranno sentire ancora più confuso.
Si tratta di un film sui tradizionali problemi dell’adolescenza, dalla capacità di instaurare rapporti con gli altri ai primi amori e sulle scelte che questi, spesso, spingono i ragazzi a fare.
L’adolescenza viene descritta come un periodo difficile, in cui il cambiamento è inevitabile, ma non sempre esso può essere controllato e gestito al meglio, soprattutto quando di mezzo ci sono i sentimenti.
La conseguenza di ciò, è la difficoltà dei giovani ad affrontare sentimenti ed emozioni come il dolore e la sofferenza, soprattutto per ragazzi sensibili come, appunto, il protagonista del film.
Nick & Norah – Tutto accadde in una notte (2008)
Amore e musica vanno a braccetto in questo film diretto da Peter Sollett, in cui il protagonista è Nick O’Leary (Michael Cera), un adolescente in profonda crisi dopo essere stato mollato dalla sua ragazza Tris.
Per provare a tirarlo su, i suoi amici Thom e Dev, cercano di coinvolgerlo ancora di più nella band musicale che i tre compongono, così da farlo distrarre e permettergli di dimenticare la delusione amorosa.
Tuttavia, per Nick non è facile, tanto che decide di inviare dei cd musicali a Tris, nel tentativo di riconquistarla. La ragazza, però, non ne vuole sentire e butta nella spazzatura ogni cd che Nick le invia.
Alcuni di questi vengono trovati da Norah Silverberg (Kat Dennings), una studentessa che frequenta lo stesso college di Tris e che decide di tenere i cd per ascoltarli. Giorni dopo, la band di Nick viene scelta per esibirsi in un locale di New York e tra il pubblico c’è anche Tris. Le loro vite non sono mai state così vicine…
Si tratta di un film a metà tra commedia e dramma romantico, abbastanza tradizionale e con qualche spunto divertente. L’obiettivo del film è di raccontare come l’amore tra adolescenti possa sbocciare anche nei momenti più bui e improbabili. La delusione di Nick è, infatti, destinata a durare poco, perché dietro l’angolo c’è un’altra ragazza pronta a cambiargli la vita.
Piuma (2016)
Il cinema italiano è in grado di raccontare ottime storie incentrate su amori e problematiche adolescenziali, come nel caso di questo film diretto da Roan Johnson.
I protagonisti sono due studenti romani, Cate (Blu Yoshimi) e Ferro (Luigi Fedele), alle prese con la preparazione dell’esame di maturità e con un’altra e ben più importante sfida, ovvero una gravidanza inattesa.
Oltre a portare scompiglio nelle rispettive famiglie, per i due ragazzi sarà l’occasione per fare un bilancio delle loro vite, capire quale futuro li attende e quali siano le reali priorità da affrontare.
Il film è stato in concorso alla 73^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e affronta, con la giusta leggerezza, alcune tematiche molto delicate e attuali nella vita degli adolescenti e di chi gli sta accanto.
Romeo e Giulietta (1968)
Restando in Italia, non si può evitare di citare uno dei film più belli e struggenti di Franco Zeffirelli, ovvero Romeo e Giulietta.
La storia, tratta dal capolavoro di William Shakespeare, è ambientata nella Verona del ‘500, sconvolta dall’infinita faida tra le famiglie Montecchi e Capuleti.
Nonostante la rivalità, in occasione di una festa in maschera, il giovane Romeo Montecchi (Leonard Whiting) si innamora dell’altrettanto giovane e bella Giulietta Capuleti (Olivia Hussey).
Visti i cattivi rapporti tra le due famiglie, i due ragazzi vivono segretamente il loro profondo sentimento e sono costretti a sposarsi all’oscuro delle rispettive famiglie.
Nonostante le diverse trasposizioni cinematografiche, questo film di Zeffirelli ha portato una ventata di novità e modernità alla più famosa storia di amore adolescenziale mai raccontata ed è stata anche una delle più accurate e sfarzose.
Lo splendido lavoro del regista ha portato il film fino agli Oscar, dove ha ricevuto quattro nominations ed è stato premiato con due statuette, per la migliore fotografia di Pasqualino De Santis e per i miglior costumi di Danilo Donati.
Save the last dance (2001)
Questo film diretto da Thomas Carter racconta l’amore adolescenziale come strumento per abbattere ogni barriera sociale e culturale tra i giovani.
La protagonista è Sara (Julia Stiles), una ragazza che dopo essersi trasferita a Chicago dal padre, coltiva il sogno di diventare una ballerina della Julliard School. Tuttavia, vista la situazione familiare, Sara decide di accantonare il suo sogno e di frequentare la scuola del quartiere.
Qui conosce Chenille (Kerry Washington), una ragazza madre e suo fratello Derek (Sean Patrick Thomas), un ballerino di hip hop, anche lui con un sogno, ovvero iscriversi all’università per diventare medico. Tra Sara e Derek scocca presto la scintilla dell’amore, anche per la comune passione per il ballo.
Ciononostante, la loro relazione andrà incontro a diversi ostacoli e all’invidia di chi vede in loro una coppia “sbagliata”. Nel frattempo, per Sara si apre la possibilità di entrare alla Julliard, per cui la sua vita diventa ancora più complicata.
Uscito nei cinema nel 2000, Save the Last Dance riscosse un grande successo di pubblico e critica, proprio per la sua lotta contro le barriere sociali e per aver elevato il ballo a strumento utile ai giovani per superare le proprie difficoltà.
#ScrivimiAncora (2014)
L’amore (e l’amicizia) ai tempi dei social in questo film diretto da Christian Ditter, scritto da Juliette Towhidi e tratto dal romanzo omonimo di Cecelia Ahern.
I protagonisti della storia sono Rosie (Lily Collins) e Alex (Sam Claflin), due ragazzi che vivono a Dublino e che sono amici fin dalla scuola elementare. Ormai divenuti adolescenti, i due continuano a frequentarsi e coltivano il comune sogno di trasferirsi negli Stati Uniti per frequentare l’università.
Tuttavia, ogni volta che si presenta l’occasione per mettere a punto un piano e organizzare il viaggio, i due ragazzi non riescono mai a trovare un accordo. Così, finiscono, inevitabilmente, per allontanarsi l’uno dall’altra.
A tenerli ancora uniti, però, c’è la fitta corrispondenza che Rosie e Alex si scambiano, tra messaggi, e-mail e lettere. Questo perché, in fondo, entrambi sanno che il legame che li unisce è troppo forte e profondo per svanire nel tempo, ma soprattutto perché esso è qualcosa in più di una semplice amicizia.
Questo film prova a rispondere a una delle domande più difficili, ovvero se può esistere amicizia tra uomo e donna. Il regista prova a dare la sua versione e sembra volerci dire che il sentimento è, comunque, destinato a trasformarsi e a diventare qualcos’altro.
Soprattutto, però, pone l’accento sull’importanza di saper scegliere le persone che faranno parte della nostra vita, perché, come dice la stessa Rosie, “condividere la propria vita è una delle decisioni più importanti che si possano mai prendere, perché quando fai la scelta sbagliata, la tua vita diventa insignificante”.
Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare (1984)
Dallo specialista John Hughes, qui alla sua opera prima, una gradevole e divertente commedia generazionale, in cui la protagonista è Samantha “Sam” Baker (Molly Ringwald).
Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, la ragazza vive l’occasione nell’indifferenza totale della famiglia, troppo impegnata nell’organizzazione del matrimonio della sorella maggiore della ragazza, Ginny (Blanche Baker).
Per Sam non è un periodo felice della sua vita, perché oltre a essere ignorata dai familiari, è innamorata di un ragazzo che nemmeno conosce e deve respingere la corte di Ted (Anthony Michael Hall), per cui non nutre alcun sentimento.
Tuttavia, sarà proprio grazie a lui che Sam riuscirà a conoscere Jake Ryan (Michael Schoeffling), il ragazzo di cui si è infatuata, scoprendo anche che Jake sta per rompere con la sua attuale fidanzata.
Si tratta di un classico film per adolescenti, nello stile frizzante e piacevole di John Hughes. Il regista ci regala personaggi interessanti e singolari, ma in grado di rappresentare al meglio i disagi e le problematiche degli adolescenti.